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Progetto Roma Flaminio, Roma

 

Ente banditore: CDP Investimenti
Luogo: Roma
Concorso: 2015

Progetto architettonico: Gregotti Associati e Marco Contini
Collaboratori: Matteo Zaccarelli, Matteo Mascia

Tipo di intervento: nuova costruzione
Caratteristiche: museo delle scienze, residenze e attività commerciali, albergo.
Area: 72.000 mq


Ciò che noi proponiamo con la nostra soluzione architettonica cerca di rappresentare la necessità, non solo in questo caso specifico, di una nuova chiarezza ragionevole della semplicità e di una durevole soluzione.

La semplicità non è semplificazione né estetica né praticistica: l’architettura non è semplice, può solo diventare faticosamente semplice senza perdere il suo spessore profondo e necessario. La semplicità è durevole ma non è immobile, essa deve essere fondamento collettivo di sempre nuovi equilibri.

Questi principi sono espressi anche nella composizione del gruppo di progettazione che garantisce per esperienze concrete un effettivo controllo integrato nelle varie fasi del progetto.

Tutto questo si misura anzitutto con le condizioni contestuali immediatamente adiacenti di costruzione storicamente recente e talvolta complicate.

Sono presenti poi le tracce insediative durevoli del tracciato triangolare soprattutto dell’asse tra via Guido Reni sino al Tevere e persino al di là dell’incontro ortogonale con il viale Vignola sino a regolare idealmente le grandi eccezioni dello stadio Flaminio, dello storico edificio di Nervi sino al complesso delle tre recenti sale teatrali.

Più da vicino la complessa semplicità della nostra proposta è composta da quattro diversi elementi insediativi tra loro interconnessi.

Il primo è costituito dal complesso dedicato alle scienze, il più compattamente monumentale che si apre su una piazza pedonale alberata di 3.000 mq, un rettangolo allungato collocato in corrispondenza, al di là della via Guido Reni, con lo spazio laterale di ingresso al museo MAXXI.

Il complesso delle scienze si suppone composto da diversi elementi (spazi per esposizioni, ricerche, insegnamento, ecc. con le relative attrezzature) ed è quindi immaginato come un blocco di tre piani, con al piano terreno un vasto spazio unitario di 3.600 mq e con quattro vuoti a tutta altezza per illuminazione dall’alto.

Dalla piazza antistante il museo muove l’asse che connette le due grandi piazze alberate (spazi anzitutto a servizio degli abitanti ma aperti al pubblico) attorno alle quali sono collocati al piano terra le attività commerciali e i servizi (6.500 mq), nei tre piani superiori la residenza (22.000 mq) ed un hotel di 6.000 mq nella seconda piazza.

L’ingresso di ciascuna piazza è sottolineato da due piani ulteriori di residenza.

Un percorso pedonale attraversa in asse il gradino della prima piazza e diagonalmente sottopassa, sui due lati dell’albergo, la seconda.

Il terzo complesso comprende 13.000 mq di residenza su quattro piani di cui 6.000 sono di residenza sovvenzionata che abbiamo volontariamente accostato alle altre residenze nell’obiettivo della mescolanza sociale.

Anche qui al centro vi è una piazza pubblica alberata, aperta verso l’ampio spazio verde accostato ad essa.

La precisione e la semplicità di questo sistema, permetterà non solo una grande flessibilità funzionale di abitazioni, commercio e servizi, ma anche una vasta possibilità di variazioni architettoniche mantenendo inalterata la forma urbana complessiva.

Tutto il sistema è dotato di parcheggi interrati per 21.500 mq distribuiti su un solo piano per evitare eventuali difficoltà archeologiche oltre a circa 2.000 mq di parcheggi stradali di superficie, per un insieme di circa 1.000 posti macchina.

Per ciascun blocco edilizio l’obiettivo del progetto è il raggiungimento dello standard energetico passivo attraverso lo sfruttamento massimo del comportamento energetico passivo degli involucri edilizi e con soluzioni impiantistiche efficienti, di facile gestione e manutenzione.

Il tema dell’efficienza energetica sarà inserito all’interno di un concetto di sostenibilità più ampio che prenderà come ossatura principale e guida, il protocollo LEED NCv2009 ITALIA.

L’intero quartiere seguirà una specifica certificazione LEED “Neighborhood Development”: saranno di conseguenza sviluppati temi quali l’efficienza nell’uso dell’acqua, nella gestione dei rifiuti, nella scelta dei materiali, nell’innovazione tecnologica, nella qualità ambientale esterna e interna degli edifici.

Vittorio Gregotti